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I SETTIM.JPG (39447 byte)

marco alessandrini:

Che dire? Incredibile! Forza fisica, resistenza, vis agonistica. In piu' una presenza fuori dall'acqua, dove, e questo e' l'unico difetto, sostava troppo poco.

cristiano preto:

Grande cuore, tenacia. Ha dato tutto e forse qualcosa in piu' anche se i limiti tecnici e fisici sono ancora molti

giacomo cesari:

Tutti convinti delle sue potenzialitą di gioco, ma anche dell'essere ben lontano dall'eprimerle. Carente le voglia di giocare, almeno in acqua.

fabrizio balboni:

Ha accettato il suo ruolo di seconda linea senza creare problemi. In campo manca ancora di incisivitą e cattiveria.

gianluca rodolfi piccari

Il Duca Bianco č stato una delle sorprese piu' liete: ha mostrato grande forza fisica ed intelligenza per migliorare: partito da riserva ha terminato tra i riferimenti. Futuribile.

danilo facchini:

Ha rivestito  il suo ruolo di seconda linea e di jolly, spostandosi dall'attacco alla difesa. Il gap tecnico fisico e' ancora troppo alto.

riccardo masetti:

E' arrivato un po' appannato all'appuntamento piu' importante. Ha dato intelligenza e solidita' alla difesa, ma la cattiva condizione fisica si e' fatta sentire. La sua rettezza morale ha costituito un momento di svolta nella nascita di una squadra vera.

fabrizio fanti:

L'uomo di questo europeo. Migliorato tantissimo tecnicamente e fisicamente. ha segnato, scattato e  lottato con tenacia. Il suo corpo decorato di ciccatrici dovrebbe essere l'esempio per la squadra futura; la sua fuga con gol contro l'Ungheria e' stata la scossa che ha fatto riprendere la squadra. Gli č mancata l'esperienza dei tornei dello scorso inverno.

giorgio trotter:

Come arbitro e' arrivato a rappresentarci al meglio internazionalmente, come giocatore vogio ricordare la sua rincorsa vittoriosa all'ala olandese lanciata verso un sicuro gol.

moreno sanguin

Il Capitano č stato straordinario. Infaticabile in campo; realizzatore, smistatore  e aiuto alla difesa. Una presenza anche fuori campo. Avrebbe potuto scattare di piu' qualche volta, ma il coach e' incontentabile.

giacomo pallotti:

A Bologna lo sognavamo gią trascinatore della squadra, ma 21 anni comportano anche qualche svantaggio. Ha patito la tensione di un europeo e di gare importanti, ma e' progressivamente riuscito a mostrare quelle buone doti che faranno di lui leader del futuro.

leone tarozzi:

Come allenatore e' positivo l'aver messo insieme una squadra piu' unita rispetto a quella dello scorso anno, con un gioco che č andato progressivamente migliorando. Come giocatore, il Colonello ha pagato fisicamente lo stress fisico/emotivo dell'ultima settimana risultando sotto alle attese in molte partite.


La squadra

UN CAMBI.JPG (31720 byte)

Se il paragone viene condotto con la squadra dello scorso anno il giudizio č certamente positivo: unitą del gruppo e maggiore concentrazione sul torneo i due aspetti piu' evidenti.

La difesa č migliorata molto, anche se č ancora difficile apprezzarlo attraverso i risultati, dato che ai mondiali del 1998 le squadre  giochicchiavano con noi. Certo quest'anno gli abbiamo richiesto un impegno maggiore. L'attacco č ancora troppo fondato sulle iniziative individuali: la grande fuga solitaria che porta al gol spetacolare. Pochi sono stati i gol frutto di azioni corali.

Se a difendere siamo migliorati (l'intera squadra, non solo la linea difensiva) , molto deve essere fatto per utilizzare  meglio i momenti in cui abbiamo il possesso del disco, quando noi costruiamo il gioco (anche qui sia la linea difensiva che quella offensiva). Si paga la troppa facilitą con cui siamo abituati a segnare quando si gioca tra noi  dove basta un buon passaggio e uno scatto di 4-5 mt. Ad alto livello e' solo l'inizio dell'azione, poi bisogna che la squadra la sostenga  coralmente.

Carente e' la grinta: con la Spagna  abbiamo impiegato un tempo e mezzo a scioglierci, a smettere di temere e subire gli ispanici e negli ultimi 5 minuti abbiamo quasi ribaltato il risultato solo attingendo a risorse nervose superiori. Ma anche in quei momenti si č notata una grande differenza tra i vari componenti della squadra con alcuni giocatori a schiumare di rabbia ed altri troppo avulsi dal gioco. Sono pressoche' certo che senza gli urli costanti, i richiami, gli scossoni, anche contro l'Ungheria avremmo faticato nella finale 7-8 posto. Certo trovarsi 2-0 dopo 1 minuto a reso tutto piu' semplice.

Altro discorso carente l'aspetto fisico. Il nostro Hockey č "subacqueo", se non si riesce ad andare sott'acqua non si partecipa al gioco, soprattutto quando l'acqua e' profonda 2.20 mt. Chi non č in grado di fare almeno 15 ripetute da 25 metri in 7' e 30", partecipa solo occasionalmente al gioco e costringe gli altri ad un superlavoro che si conclude quasi sempre con un gol subito o con uno non realizzato. E' stato evidente. Se velocitą, resistenza sui 30 minuti e tecnica individuale sono molto migliorate e ci hanno portato allo stasso livello di gran parte delle squadre del gruppo B, sull'apnea esiste un gap molto ampio che fa si che Yugoslavia, Spagna, eccetera abbiano sempre almeno 1-2 giocatori sott'acqua in piu' di noi. Ed ecco che e' sufficiente un solo errore per subire un gol, mentre per realizzarlo dobbiamo sudare 7 camicie.

Infine il controllo del disco: muoverlo senza guardarlo per osservare la disposzione della squadra e degli avversari č fondamentale e ancora lo facciamo troppo poco perchč ridotta č la nostra propensione a passare il disco rapidamente, senza insistere a lungo in azioni personali.

Concludendo:

  1. apnea
  2. gioco di squadra
  3. grinta/voglia di vincere
  4. controllo del disco

sono le 4 strade su cui dovremmo concentrarci nei prossimi mesi.