Datti all’hockey subacqueo
Dove? A Bologna, ovvio
Sotto le due torri da pochi anni è stato importato e sviluppato questo strano sport

FERNANDO PELLERANO


Mike Bongiorno, principe dei gaffeur, una volta rispose così a un giornalista che gli chiese quanto fosse bravo come subacqueo: «Beh me la cavo, non posso dire di essere un esperto, diciamo che sono un sub normale». Risposta esatta.
Bologna capitale europea della cultura, del basket e ora capitale anche dell’hockey subacqueo. Sì, avete letto bene. Inventate un gioco o uno sport — uno qualsiasi, anzi, possibilmente assurdo — , e state certi che qualcuno da queste parti comincerà a praticarlo. La novità più recente riguarda l’hockey subacqueo, inventato 45 anni fa dagli inglesi, ufficializzato negli anni 80 coi primi mondiali e arrivato in Italia, cioè qui, alla fine degli anni 90. Il gioco è semplice: due squadre di sei giocatori si affrontano sul fondo di una piscina, armati di mazza, pinne e boccaglio, cercando di spingere il disco di piombo di 1 kg nella rete avversaria. A diffonderne la dottrina in Italia un gruppo di sub bolognesi, annoiati dai soliti allenamenti invernali. Sì perché sul fondo della piscina, dopo aver contate le piastrelle, non rimane nient’altro da fare. Adesso invece si può andare in gol.
Nel ‘96, quando a Bologna arrivarono dei francesi per fare alcune dimostrazioni. I sub locali si incuriosirono subito e così i transalpini oltre a spiegar loro regole e fondamenti regalarono anche mazze e disco. Dopo un annetto Bologna era già in grado di esibirsi nel primo derby. A questo punto entra in scena Electra Kalauger dalla Nuova Zelanda (sempre all’avanguardia in fatto di sport strambi) che, venuta a sapere della sfida, arriva sotto le due torri e si butta in piscina. Electra, oltre a dimostrare come questo sport sia davvero unisex — gioca come e meglio dei ragazzi — , suggerisce ai sub di partecipare ai mondiali. Ma come, se qui in Italia non c’è neppure un campionato nazionale, anzi non ci sono neppure delle squadre? Come nella new economy, anche nei new sport nulla è impossibile. In quattro e quattr’otto il CONI riconosce l’hockey subacqueo, approvando il regolamento della FIPSAS — settore nuoto pinnato ed Electra viene nominata ct della nazionale, composta da soli giocatori bolognesi. L’allegra comitiva parte alla volta di San Josè, in California, e ai mondiali arriva 14esima. Va là. L’anno successivo, stessa squadra ma orfana di Electra, la nazionale si classifica 7a agli europei in Slovenia. Infine, nel giugno scorso, mondiale in Tasmania e 11esimo posto sotto la guida del giocatoreallenatore Leone Tarozzi, ovviamente bolognese come tutti, a parte Silvio Ontario di Catania.
Il primo campionato italiano si è disputato in febbraio, chiaramente a Bologna, allo Spiraglio. In un week end si sono incontrate tutte e 11 le squadre italiane: 5 di Bologna (Assetto Variabile con squadra 1 e 2, Sub Nettuno, GSB e Sub Bologna), 3 di Catania, una di Roma, una di Ancona e una di Torino. Netta la vittoria dei locali con 3 squadre ai primi 3 posti (A.Variabile 1, Sub Nettuno e A.Variabile 2). Da segnalare le prestazioni di Elena e di Nadia Grillini: la prima autrice di uno dei gol più belli del torneo e la seconda considerata la più forte giocatrice in attività. Per chi, incuriosito, volesse assistere a incontri di hockey subacqueo non rimane che andare al 3° Torneo Internazionale città di Bologna che si disputerà allo stadio il 9 e 10 settembre.