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Hockey Sub

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Quadrangolare citta' di Bologna

Novembre 1997

uisp_1997_2.jpg (57333 byte)

Leo.jpg (39198 byte)

 

 

Risultati

UISP- Assetto Variabile 5 FIPSAS - GSB 0
UISP - Sub Truppen 5 FIPSAS - Sub Nettuno 0
UISP- Assetto Variabile 2 FIPSAS - Sub Nettuno 1
UISP - Sub Truppen 3 FIPSAS - GSB 0
UISP- Assetto Variabile 2 UISP - Sub Truppen 0
FIPSAS - Sub Nettuno

1

FIPSAS - GSB

2

 

Classifica finale

P  

P

W

D

L

F

A

1 UISP- Assetto Variabile 3 3 0 0 9 1
2 UISP - Sub Truppen 3 3 0 1 8 2
3 FIPSAS - GSB 3 3 0 2 2 9
4 FIPSAS - Sub Nettuno 3 3 0 3 2 9

 

Miglior marcatore del Torneo:

Leone (ancora senza i gradi di Colonnello): 6 gol

Leo_accappatoio.jpg (37997 byte)

Il Colonnello, "elegantissimo" nel suo accappatoio modello Sing-Sing impartisce gli ultimi ordini

 

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Evento storico per il primo torneo di hockey subacqueo organizzato nelle piscine italiane. Ottimamente organizzato da Donato Puggioli, poi divenuto referente nazionale per l'Hockey, il torneo ha avuto il suo suggello con la presenza per le finali di Achille ferrero, presidente della CMAS, cofederazione sotto la cui egida si svolge questo nuovo e divertente sport.

4 squadre bolognesi a sfidarsi: 2 della UISP 2 della FIPSAS.  Fin da subito un po' di pepe per aggiudicarsi la palma se non di migliori giocatori (nessuno sapeva esattamente cosa fare), quantomeno di migliori interpreti del gioco. L'Assetto Variabile, circolo leader della UISP bolognese, interpreta subito l'impegno come l'ultima sfida e, disgraziatamente, si mette nelle mani  del Colonnello. Quest'ultimo, immediatamente autonominatosi, e non si sa bene perchè, profeta della squadra, apre una nuova era del club con la frase: "ragazzi,dimenticatevi tutte le balle che ci siamo detti per anni insegnando subacquea sulla necessità di  accantonare la competitività: la ragione per cui partecipiamo a questo torneo è solo per vincerlo, se no state a casa." Vengono indette selezioni durissime... oddio in realtà c'è chi si spaccia per malato, chi accusa dolori alla schiena o al dito mignolo della mano destra, chi riscopre un doveroso rapporto con la nonna malata... è tutto un fuggi fuggi accampando le scuse più variegate per sfuggire alle grinfie del già adiratissimo  Colonnello. Il suo mito, lui ritenuto uno degli uomini i più miti delle piscine bolognesi, diventa Rocky Balboa, specie nelle sequenze degli allenamenti per sfidare Apollo: viene fatto portare persino un robusto ceppo a bordo vasca, ma in extremis l'ascia è opportunamente fatta sparire dai solerti bagnini  che non vogliono che i truccioli di legno vadano ad intasare i filtri di ricircolo dell'acqua. Seguono allenamenti terrificanti con 12-14 atleti impegnati in risse furibonde in acqua rigorosamente bassa (non oltre il metro di profondità) per rendere la mischia più cruenta e piu' simile al prossimo impegno. Infine vengono selezionati 10 durissimi giocatori condotti da poderosi atleti quali Trotter (45 anni spesi in una vita gioiosamente sedentaria) o Stefano di Decima (si sperava riuscisse a tradurre la superlativa manualità con forchetta e cucchiaio nell'uso della mazza). Tatticamente la squadra viene impostata con pochi ma ferrei concetti: a. quando siete sul disco tenete giù le chiappe; b. imparate a riconoscere almeno uno dei vostri 9 compagni, da tutti gli altri fuggite a gambe levate.

Dal canto loro gli atleti del GSB, che venivano da alcune vittoriose sfide estive (torneo misto di briscola, tresette e rubamazzetto, sagra della crescentina) giocavano la carta della potenza e commissionavano all'onnipotente Donato la costruzione di una serie speciale di mazze dalle ciclopiche dimensioni; grosse quanto la coscia di un rugbista neozelandese. Queste clave potevano forse risultare di non immediata manovrabilità sott'acqua, ma se c'era il tempo di collocarle sul fondo della vasca, avrebbero potuto costituire un insormontabile reticolato di sbarramento alle avanzate avversarie. In pratica favorivano una guerra di trincea.

Il campo emise un verdetto impietoso: il gioco corale (insomma, qualche duetto anche un po' stonatino) e le rapide avanzate (testa bassa e pedalare) della squadra UISP portarono ad una vera e propria goleada: 5-0 per l'Assetto variabile il risutato finale.

Il prosieguo del torneo vide l'entrata in scena di  una fortissima atleta neozelandese: Electra. Alta 1 metro sessanta per un fisico minutino fece appena in tempo ad entrare in acqua con la squadra del Sub Nettuno che ando' a segnare un gol Tombeggiando   tra gli attoniti nostri giocatori per l'occasione travestitisi da paletti per non farsi riconoscere. Accortasi che non era a Wengen , ma a giocare con un gruppo di broccacci clamorosi, ancorchè dotati di grande entusiasmo, la "donna delfino" tirava un po' il freno e questo consentiva all'Assetto variabile di pareggiare prima, e segnare poi il gol della vittoria all'ultimo secondo con una travolgente azione Pelcio-Colonnello e gol di quest'ultimo che entrava in porta con una sola pinna, essendo rimasta l'altra nelle rapidi mani di qualche avversario (o forse di un compagno non di linea).

Atto conclusivo la finale: il derby UISP tra Bologna e S.Giovanni in Persiceto, dominatori del torneo. Priva di alcuni giocatori cardine (malaticci o fuggiti giurando di non prendere mai più in mano la mazza di chicchessia...) la formazione bolognese aveva bisogno di vincere, favorendo il pareggio la compagine persicetana per il  miglior quoziente reti. Partita durissima, come si conviene ad un derby. Barricate persicetane con 6 uomini (anzi 5 uomini ed una donna) arroccati sulla linea di porta (una sbarra di ferro lunga 3 metri) a respingere ogni disco in tribuna, utilizzando ogni mezzo, inclusa la stessa sbarra di porta. Ogni sorta di scorrettezza messa in campo dai sordidi faini della bassa fino ad arrivare a rapire la Coppa chiedendo in riscatto due gol assegnati a tavolino. Gioco maschio, da parte persicetrana, soprattutto quello dell'ottima Marzia, certamente la migliore in campo, e per almeno un tempo squadra bolognese irretita dalla melina orchestrata da Manuel e Stefano, mentre Beppe, vero ultimo rampollo di quella scuola italiana che ha prodotto i  Burgnich e i Gentile, toglieva aria al Colonnello   infilandogli un tappo di sughero nello snorkel e contando sullo stato di concentrazione assoluta che il futuro condottiero della nazionale raggiungeva durante le partite. Il Colonello, privo del suo alter ego, il Pelcio, annaspava per un tempo intero salvato da un probabile ed indegno annegamento dai braccioli personali che la fglia Elena Sofia (all'epoca appena unenne) aveva gettato a misericordiosa salvezza, intuendo in qualche modo la figura che stava facendo il padre: a 40 anni inseguire, mutandato, un dischetto  brandendo un legnetto pomposamente quanto eccessivamente definito mazza.

Nell'intervallo lo skinheadico Luca Piombi, rasato a zero dalle fiamme di cento incendi domati,  calava la callosa mano sulla schiena del compagno della linea d'attacco per incitarlo a buttare sul campo gli attributi rimasti. Il gesto induceva il Colonnello ad un rutto di Polifemiche proporzioni che sortiva l'effetto di buttare sul campo almeno l' infido tappo  rilanciando la piu' bella coppia di gemelli del gol dall'epoca di Paolino Pulici e Ciccio Graziani. In 5 minuti un 1-2 dei gemelli chiudeva incontro e torneo: funambolico flick interno sotto il sedere del granitico Beppe e slalom alla Tomba con Veronica finale.

Il party serale con sbronza cosmica chiudeva degnamente il primo torneo di Hockey Sub mai realizzato in Italia.

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La formazuione vincente:
Cillo, Andrea, Luca P., Willi, Elena Sofia, Leone, Steve, Marco, Anna e Luca, Trotter, Beppe